Gli studenti del Pascal Comi in visita all'azienda Panatta

Nell’ambito del percorso delle visite aziendali previste dal Programma Operativo Complementare (POC), gli studenti e le studentesse dell’Istituto Tecnico Economico “Pascal” di Teramo, accompagnati dai proff. Paola Ferrovecchio, Daniela Fraticelli, Carla Piccioni e Roberto Salvatori, hanno visitato l’azienda marchigiana Panatta Worldwite Fitness Company, la più longeva azienda italiana nel settore del Fitness, unica a realizzare macchinari completamente Made in Italy.
Ci sono giornate che, senza preavviso, diventano memorabili, non per un singolo evento, ma per un insieme di dettagli: un gesto, una voce, un luogo, uno sguardo curioso. La visita alla Panatta è stata proprio questo: un racconto vivo, un viaggio dentro un’azienda che non si limita a produrre attrezzature, ma costruisce visioni, identità, cultura industriale. L’ingresso in un mondo che parla. Infatti, quando gli studenti hanno varcato l’ingresso dello stabilimento, si sono trovati davanti a un ambiente che parla prima ancora delle persone: i colori, le linee, la cura, l’ordine. Qualcuno ha sussurrato: «sembra un posto dove ogni dettaglio conta». Aveva ragione. Alla Panatta ogni dettaglio è una scelta, ogni scelta racconta un valore.
Studenti e docenti sono stati accolti con un sorriso vero, di quelli che non si improvvisano. E in quel momento gli allievi hanno capito che stavano entrando in un’azienda che apre le porte non solo agli spazi, ma alla propria identità. La narrazione iniziale dello staff è stata un viaggio nel tempo: la storia di un’impresa nata dal territorio, cresciuta con la determinazione di chi crede che il design, la qualità e l’innovazione possano convivere nella stessa filosofia produttiva.
Poi è arrivato il prof. Rudy Panatta, il titolare dell’azienda che ha fondato 60 anni fa e che recentemente è stato insignito del Premio “Marchigiano dell’Anno 2025”. Ha iniziato a parlare senza formalità, con quel tono diretto che nasce dall’esperienza vissuta, raccontando di sfide che tolgono il sonno, di idee che sembravano troppo grandi, di intuizioni che diventavano coraggio. Ha parlato di errori, di ripartenze, di ostacoli affrontati senza perdere mai la visione. Gli studenti lo ascoltavano in silenzio, come se quelle parole si incastrassero perfettamente nella loro idea di futuro. Non era solo un imprenditore che parlava. Era una vita che diventava racconto. E quel racconto, per molti di loro, ha acceso qualcosa.
Durante la visita i valori di Panatta non esistono come slogan, ma come azioni: la qualità totale, percepibile nel rigore dei controlli e nella cura dei materiali; l’innovazione continua, che nasce in uffici di progettazione pieni di prototipi e idee nuove; la sostenibilità, che traspare nelle scelte tecniche e nella filiera interna; la centralità delle persone, visibile nei volti, nel clima di lavoro, nei gesti; la cultura del benessere, che va oltre il prodotto e diventa modo di pensare l’essere umano.
Gli studenti hanno osservato tutto questo con occhi attenti, quasi a voler catturare la parte più nascosta del “come si fa impresa”. Quando sono state aperte le porte dei reparti produttivi, è stato come entrare in un racconto in movimento. Il rumore delle macchine non era solo rumore: era ritmo, era vita industriale. La prototipazione sembrava un laboratorio d’arte; le saldature, gesti coreografici; la verniciatura, quasi una danza di precisione; l’assemblaggio, un processo che unisce tecnica e passione.
Ogni macchina raccontava un percorso: dall’idea alla materia, dalla materia al prodotto, dal prodotto al mondo. Gli studenti camminavano lentamente, come se volessero assorbire il più possibile. Molti di loro, per la prima volta, vedevano cosa significa davvero “creare”, una scintilla nei loro occhi. Ma la parte più emozionante della visita, in fondo, non era nelle macchine, né nelle procedure. Era negli occhi dei ragazzi, occhi che seguivano ogni spiegazione, occhi che si accendevano davanti a un prototipo, occhi che riflettevano una domanda nuova: «E se un giorno…?». Perché è questo che fa una visita come questa: apre possibilità, rende l’impresa vicina, reale, umana. Mostra ai ragazzi che lo spirito imprenditoriale non è solo una teoria da studiare, ma una strada possibile.
La dirigente scolastica Maria Letizia Fatigati ringrazia sentitamente il prof. Rudy Panatta, per aver trasformato un semplice incontro in una lezione di coraggio e visione, Chiara Galli e Ludovica Paparelli del Marketing Department per l’organizzazione impeccabile, l’accoglienza calorosa e la cura che hanno dedicato all’intera visita guidata, e il team dell’azienda Panatta perché un’azienda è fatta dalle sue persone e le persone incontrate sono state la prova più autentica del valore che essa rappresenta.
Angelo Di Carlo

Ultima revisione il 05-12-2025